Ritrovarsi in piazza e festeggiare un classico rito invernale di molte famiglie del paese: l’uccisione del maiale, la sua macellazione con la preparazione del lardo, della cotenna, delle carni e di quant’altro fosse commestibile. Era questo un evento speciale della civiltà contadina, che culminava in un allegro pranzo familiare propiziatorio.
La carne era piatto da ricchi e il maiale veniva macellato per far festa in occasioni speciali o lieti eventi, quali la nascita di un bimbo o un matrimonio. Nel week end del 26, 27 e 28 febbraio, a Senerchia, in provincia di Avellino, la Sagra del Maiale ravviva cultura e memoria contadine, impreziosite dalle regole della macellazione e dell’utilizzazione dell’animale di cui non si butta via niente.
Tante sono le prelibatezze che si potranno gustare in questa mostra mercato dei prodotti tipici e artigianali. Sarà una vera alchimia gastronomica: salsicce e costine di maiale alla brace, soffritto di carne suina e peperoni, pane casereccio, pasta e fagioli “cù ‘muss pint”, pizza di granturco e minestra “sperta” e, per riscaldare, gli immancabili falò e fiumi di vino rosso. La Sagra del Maiale di Senerchia ha anche un bell’aspetto no profit. I proventi, infatti, vengono utilizzati per opere di utilità pubblica o devoluti in beneficenza.
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