giovedì 28 ottobre 2010

Turismo, le 10 città più care

luanda, angola
E' appena uscita la classifica annuale delle città turistiche più care del mondo stilata da Mercer. Se finora la più costosa era Tokyo, quest'anno è stata scalzata dalla capitale dell'Angola, Luanda. Non è proprio una città affollata di turisti, ma se si decide di andare a fare un viaggio da quelle parti, è importante sapere che non è assolutamente a buon mercato. La metropoli giapponese passa comunque al secondo posto, seguita da un'altra città africana, N'djamena, nel Ciad (neppure questa molto gettonata dai turisti). La top 10 prosegue con Mosca (4° posto), Ginevra (5°), Osaka (6°), Libreville, nel Gabon (7°), Zurigo (8°), Hong Kong (9°) per finire con Copenhagen, in Danimarca. La classifica arriva fino al 50° posto.


Le nostre Milano e Roma si trovano rispettivamente al 15° e al 26° posto. La Capitale è persino più cara di New York, che si colloca alla 27^ posizione. Agli ultimi posti (50°) a pari merito si trovano Francoforte e Abu Dhabi. Penultima Barcellona e terzultima Praga. Se siete in procinto di organizzare un viaggio, ecco allora le mete da scegliere.

Turismo, le 10 città più care

luanda, angola
E' appena uscita la classifica annuale delle città turistiche più care del mondo stilata da Mercer. Se finora la più costosa era Tokyo, quest'anno è stata scalzata dalla capitale dell'Angola, Luanda. Non è proprio una città affollata di turisti, ma se si decide di andare a fare un viaggio da quelle parti, è importante sapere che non è assolutamente a buon mercato. La metropoli giapponese passa comunque al secondo posto, seguita da un'altra città africana, N'djamena, nel Ciad (neppure questa molto gettonata dai turisti). La top 10 prosegue con Mosca (4° posto), Ginevra (5°), Osaka (6°), Libreville, nel Gabon (7°), Zurigo (8°), Hong Kong (9°) per finire con Copenhagen, in Danimarca. La classifica arriva fino al 50° posto.


Le nostre Milano e Roma si trovano rispettivamente al 15° e al 26° posto. La Capitale è persino più cara di New York, che si colloca alla 27^ posizione. Agli ultimi posti (50°) a pari merito si trovano Francoforte e Abu Dhabi. Penultima Barcellona e terzultima Praga. Se siete in procinto di organizzare un viaggio, ecco allora le mete da scegliere.

mercoledì 27 ottobre 2010

Sorprendente Yorkshire, terra di vampiri e conigli giganti

yorkshire
Il coniglio, nella sua placida e maestosa fissità, sorveglia dall’alto il passaggio dei curiosi che si fermano ai suoi piedi. I piccoli uomini scrutano, increduli e divertiti, l’originale scultura di fili di ferro fittamente intrecciati. Poco più in là, sotto un gazebo all’ombra di grandi tigli in fiore, una giapponese si diverte a volteggiare calpestando ritmicamente il pavimento. A ogni suo passo, la musica si sprigiona dal pavimento e si libera nell’aria. E non è che l’inizio. Perché lo Yorkshire Sculpture Park, il più grande museo di scultura all’aperto d’Europa, riserva sorprese fuori dall’ordinario. Non tanto (e non solo) per dimensioni e varietà di alberi e fiori, quanto per la bella collezione di sculture d’arte moderna che custodisce: le maestose opere antropomorfe di Henry Moore e Barbara Hepworth; gli alberi adorni di bidoni della spazzatura, bidet e sedie di plastica di Dennis Oppenheim; i grandi conigli ieratici di Sophie Ryder.

SULLE ORME DI DRACULA E CAPTAIN COOK - Ma il parco di Wakefield, in questo tranquillo angolo del North Yorkshire visitato da più di 250mila persone l'anno, racchiude soltanto un lembo dell'immensa anima verde dell'antica contea inglese. Celate nel verde o spalancate sul mare del Nord, borghi di pietra, storiche abbazie e moderne cittadine raccontano una storia secolare, spesso condita di aneddoti leggendari. Prendete ad esempio Whitby, nel nord dello Yorkshire. Il delizioso porto di pescatori alla foce del fiume Esk deve la sua fama al libro di Bram Stoker, Dracula, ispirato dall'atmosfera plumbea del cimitero all'ombra della Chiesa di St. Mary, sulla collina che sovrasta la cittadina. Da lassù, non è difficile immaginare lo sbarco di Dracula nelle stesse acque che videro partire verso terre ignote l'esploratore James Cook. Ai due sono dedicati, rispettivamente, il Captain Cook Memorial Museum (Grape Lane, www.cookmuseumwhitby.co.uk) e il The Bram Stoker's Dracula Experience (Marine Parade 9).

Sorprendente Yorkshire, terra di vampiri e conigli giganti

yorkshire
Il coniglio, nella sua placida e maestosa fissità, sorveglia dall’alto il passaggio dei curiosi che si fermano ai suoi piedi. I piccoli uomini scrutano, increduli e divertiti, l’originale scultura di fili di ferro fittamente intrecciati. Poco più in là, sotto un gazebo all’ombra di grandi tigli in fiore, una giapponese si diverte a volteggiare calpestando ritmicamente il pavimento. A ogni suo passo, la musica si sprigiona dal pavimento e si libera nell’aria. E non è che l’inizio. Perché lo Yorkshire Sculpture Park, il più grande museo di scultura all’aperto d’Europa, riserva sorprese fuori dall’ordinario. Non tanto (e non solo) per dimensioni e varietà di alberi e fiori, quanto per la bella collezione di sculture d’arte moderna che custodisce: le maestose opere antropomorfe di Henry Moore e Barbara Hepworth; gli alberi adorni di bidoni della spazzatura, bidet e sedie di plastica di Dennis Oppenheim; i grandi conigli ieratici di Sophie Ryder.

SULLE ORME DI DRACULA E CAPTAIN COOK - Ma il parco di Wakefield, in questo tranquillo angolo del North Yorkshire visitato da più di 250mila persone l'anno, racchiude soltanto un lembo dell'immensa anima verde dell'antica contea inglese. Celate nel verde o spalancate sul mare del Nord, borghi di pietra, storiche abbazie e moderne cittadine raccontano una storia secolare, spesso condita di aneddoti leggendari. Prendete ad esempio Whitby, nel nord dello Yorkshire. Il delizioso porto di pescatori alla foce del fiume Esk deve la sua fama al libro di Bram Stoker, Dracula, ispirato dall'atmosfera plumbea del cimitero all'ombra della Chiesa di St. Mary, sulla collina che sovrasta la cittadina. Da lassù, non è difficile immaginare lo sbarco di Dracula nelle stesse acque che videro partire verso terre ignote l'esploratore James Cook. Ai due sono dedicati, rispettivamente, il Captain Cook Memorial Museum (Grape Lane, www.cookmuseumwhitby.co.uk) e il The Bram Stoker's Dracula Experience (Marine Parade 9).

martedì 26 ottobre 2010

Robin Hood rimane senza casa: in vendita la foresta di Sherwood

sherwood, robin hood
La crisi non risparmia proprio nessuno, nemmeno una leggenda come Robin Hood. Secondo il Telegraph, pare che il governo britannico abbia intenzione di mettere in vendita oltre 748.000 acri di foreste, compresa la Foresta di Sherwood. L'intento è quello di ricavare denaro per ripianare il deficit e alcuni luoghi di interesse storico e turistico come, appunto, la Foresta di Sherwood e la Foresta di Dean saranno ceduti a privati che realizzeranno parchi divertimento, alberghi e altre amenità turistiche.
Attualmente le foreste demaniali britanniche sono protette dalla Magna Carta del 1215 che ne preserva l'integrità, ma ben presto le cose potrebbero cambiare. Già si parla di alberi tagliati per far posto a strutture ricettive, attrazioni e parcheggi. Ogni anno più di mezzo milione di persone visitano Sherwood ed è facile capire che il numero potrebbe aumentare a dismisura con il piano annunciato e le conseguenze per l'ambiente e la natura sono facilmente immaginabili. Io spero davvero che cambino idea in fretta...

Robin Hood rimane senza casa: in vendita la foresta di Sherwood

sherwood, robin hood
La crisi non risparmia proprio nessuno, nemmeno una leggenda come Robin Hood. Secondo il Telegraph, pare che il governo britannico abbia intenzione di mettere in vendita oltre 748.000 acri di foreste, compresa la Foresta di Sherwood. L'intento è quello di ricavare denaro per ripianare il deficit e alcuni luoghi di interesse storico e turistico come, appunto, la Foresta di Sherwood e la Foresta di Dean saranno ceduti a privati che realizzeranno parchi divertimento, alberghi e altre amenità turistiche.
Attualmente le foreste demaniali britanniche sono protette dalla Magna Carta del 1215 che ne preserva l'integrità, ma ben presto le cose potrebbero cambiare. Già si parla di alberi tagliati per far posto a strutture ricettive, attrazioni e parcheggi. Ogni anno più di mezzo milione di persone visitano Sherwood ed è facile capire che il numero potrebbe aumentare a dismisura con il piano annunciato e le conseguenze per l'ambiente e la natura sono facilmente immaginabili. Io spero davvero che cambino idea in fretta...

A casa dell'oste: l'old taste di Verona

verona, osteria
“Vino e musica furono sempre per me il miglior cavatappi”. Scriveva così, nei suoi Taccuini, lo scrittore e drammaturgo russo Anton Cechov. Non visitò mai la città di Romeo e Giulietta, ma la sua filosofia sopravvive, ampiamente condivisa, tra i veronesi e le migliaia di turisti che, ogni estate, affollano gli spalti dell'Arena per assistere a uno degli allestimenti del Festival lirico. Prima di godersi l'opera, infatti, è di rito fare sosta in bar e trattorie, solleticando il palato con vini e piatti saporiti.

Ed è proprio nel cuore medievale della città che si è preservata l'antica tradizione delle osterie veronesi, tra piazza Bra’, dove si erge l'Arena, e piazza delle Erbe. In via Arche Scaligere, per esempio, a ridosso di una bella casa merlata indicata come quella di Romeo Montecchi, i tavoloni in legno scuro e soffitto a cassettoni dell’Osteria al Duca (tel. 045.59.44.74) sono il suggestivo décor di una cucina tradizionale e sostanziosa a base di polenta, baccalà, trippa e stracotto d’asino. Qui, per sentirsi dei veri veronesi, a fine pasto si deve ordinare il classico “resentin” (un dito di grappa bianca nella tazzina del caffè per resentar, cioè ripulire, la tazzina e insaporire la grappa stessa).

A poca distanza, al 9 di via Sottoriva, forse la più caratteristica fra le strade della città, l’atmosfera è ancora quella dei banchi di mescita. Merito delle vecchie sedie impagliate della bella Osteria Sottoriva (tel. 045.80.14.323), pochi tavoli all’interno e sotto i portici, dove l’aperitivo classico è un calice di vino accompagnato da squisite polpettine di carne. La cucina è quella locale e ruota su tre piatti principali: pasta e fagioli, pastissada e polpette di cavallo e manzo.

Per portare a casa qualche bottiglia, invece, ci si sposta a due numeri civici di distanza, dove l’Enoteca di via Sottoriva (tel. 045.59.03.66) offre una selezione di Valpolicella classico, Recioto e Amarone e organizza visite guidate e degustazioni. Ritornando poi verso piazza delle Erbe, si incontra corso Santa Anastasia, conosciuto come la strada degli antiquari: lungo il cammino sarà difficile resistere alle prelibatezze gastronomiche di Albertini Alimentari (tel. 045.80.31.074, www.salumeriaalbertini.it), antica bottega di specialità venete, e non solo.

Oltrepassata piazza Erbe, la passeggiata continua nell’elegante corso Porta Borsari, che termina con l’omonima porta in marmo bianco, fra i più importanti monumenti veronesi d’età romana. Prima di avviarsi verso l’Arena, si può ordinare un altro bicchiere al bar Il Campidoglio (tel. 045.59.10.59), ricavato nella chiesa romanica di San Marco alle Carceri, nella bellissima e raccolta piazzetta Tirabosco: le serate migliori sono quelle di venerdì e sabato, quando il locale si trasforma in un festoso ritrovo all’aria aperta.

Da qui, percorrendo il corso e prendendo sulla sinistra via Oberdan, si torna in piazza Bra’ per accodarsi lungo gli antichi ingressi dell'Arena, esattamente come accadeva duemila anni fa, e godersi uno spettacolo unico al mondo. E se alla fine della rappresentazione è lo stomaco a intonare il suo canto, si può fare un salto alla Panzerotteria all'11 di via Porta San Zeno (tel. 045.80.05.189), dove si radunano tutti i tiratardi per fare scorpacciate di supplì e panzerotti sempre caldi.

A casa dell'oste: l'old taste di Verona

verona, osteria
“Vino e musica furono sempre per me il miglior cavatappi”. Scriveva così, nei suoi Taccuini, lo scrittore e drammaturgo russo Anton Cechov. Non visitò mai la città di Romeo e Giulietta, ma la sua filosofia sopravvive, ampiamente condivisa, tra i veronesi e le migliaia di turisti che, ogni estate, affollano gli spalti dell'Arena per assistere a uno degli allestimenti del Festival lirico. Prima di godersi l'opera, infatti, è di rito fare sosta in bar e trattorie, solleticando il palato con vini e piatti saporiti.

Ed è proprio nel cuore medievale della città che si è preservata l'antica tradizione delle osterie veronesi, tra piazza Bra’, dove si erge l'Arena, e piazza delle Erbe. In via Arche Scaligere, per esempio, a ridosso di una bella casa merlata indicata come quella di Romeo Montecchi, i tavoloni in legno scuro e soffitto a cassettoni dell’Osteria al Duca (tel. 045.59.44.74) sono il suggestivo décor di una cucina tradizionale e sostanziosa a base di polenta, baccalà, trippa e stracotto d’asino. Qui, per sentirsi dei veri veronesi, a fine pasto si deve ordinare il classico “resentin” (un dito di grappa bianca nella tazzina del caffè per resentar, cioè ripulire, la tazzina e insaporire la grappa stessa).

A poca distanza, al 9 di via Sottoriva, forse la più caratteristica fra le strade della città, l’atmosfera è ancora quella dei banchi di mescita. Merito delle vecchie sedie impagliate della bella Osteria Sottoriva (tel. 045.80.14.323), pochi tavoli all’interno e sotto i portici, dove l’aperitivo classico è un calice di vino accompagnato da squisite polpettine di carne. La cucina è quella locale e ruota su tre piatti principali: pasta e fagioli, pastissada e polpette di cavallo e manzo.

Per portare a casa qualche bottiglia, invece, ci si sposta a due numeri civici di distanza, dove l’Enoteca di via Sottoriva (tel. 045.59.03.66) offre una selezione di Valpolicella classico, Recioto e Amarone e organizza visite guidate e degustazioni. Ritornando poi verso piazza delle Erbe, si incontra corso Santa Anastasia, conosciuto come la strada degli antiquari: lungo il cammino sarà difficile resistere alle prelibatezze gastronomiche di Albertini Alimentari (tel. 045.80.31.074, www.salumeriaalbertini.it), antica bottega di specialità venete, e non solo.

Oltrepassata piazza Erbe, la passeggiata continua nell’elegante corso Porta Borsari, che termina con l’omonima porta in marmo bianco, fra i più importanti monumenti veronesi d’età romana. Prima di avviarsi verso l’Arena, si può ordinare un altro bicchiere al bar Il Campidoglio (tel. 045.59.10.59), ricavato nella chiesa romanica di San Marco alle Carceri, nella bellissima e raccolta piazzetta Tirabosco: le serate migliori sono quelle di venerdì e sabato, quando il locale si trasforma in un festoso ritrovo all’aria aperta.

Da qui, percorrendo il corso e prendendo sulla sinistra via Oberdan, si torna in piazza Bra’ per accodarsi lungo gli antichi ingressi dell'Arena, esattamente come accadeva duemila anni fa, e godersi uno spettacolo unico al mondo. E se alla fine della rappresentazione è lo stomaco a intonare il suo canto, si può fare un salto alla Panzerotteria all'11 di via Porta San Zeno (tel. 045.80.05.189), dove si radunano tutti i tiratardi per fare scorpacciate di supplì e panzerotti sempre caldi.