martedì 26 ottobre 2010

A casa dell'oste: l'old taste di Verona

verona, osteria
“Vino e musica furono sempre per me il miglior cavatappi”. Scriveva così, nei suoi Taccuini, lo scrittore e drammaturgo russo Anton Cechov. Non visitò mai la città di Romeo e Giulietta, ma la sua filosofia sopravvive, ampiamente condivisa, tra i veronesi e le migliaia di turisti che, ogni estate, affollano gli spalti dell'Arena per assistere a uno degli allestimenti del Festival lirico. Prima di godersi l'opera, infatti, è di rito fare sosta in bar e trattorie, solleticando il palato con vini e piatti saporiti.

Ed è proprio nel cuore medievale della città che si è preservata l'antica tradizione delle osterie veronesi, tra piazza Bra’, dove si erge l'Arena, e piazza delle Erbe. In via Arche Scaligere, per esempio, a ridosso di una bella casa merlata indicata come quella di Romeo Montecchi, i tavoloni in legno scuro e soffitto a cassettoni dell’Osteria al Duca (tel. 045.59.44.74) sono il suggestivo décor di una cucina tradizionale e sostanziosa a base di polenta, baccalà, trippa e stracotto d’asino. Qui, per sentirsi dei veri veronesi, a fine pasto si deve ordinare il classico “resentin” (un dito di grappa bianca nella tazzina del caffè per resentar, cioè ripulire, la tazzina e insaporire la grappa stessa).

A poca distanza, al 9 di via Sottoriva, forse la più caratteristica fra le strade della città, l’atmosfera è ancora quella dei banchi di mescita. Merito delle vecchie sedie impagliate della bella Osteria Sottoriva (tel. 045.80.14.323), pochi tavoli all’interno e sotto i portici, dove l’aperitivo classico è un calice di vino accompagnato da squisite polpettine di carne. La cucina è quella locale e ruota su tre piatti principali: pasta e fagioli, pastissada e polpette di cavallo e manzo.

Per portare a casa qualche bottiglia, invece, ci si sposta a due numeri civici di distanza, dove l’Enoteca di via Sottoriva (tel. 045.59.03.66) offre una selezione di Valpolicella classico, Recioto e Amarone e organizza visite guidate e degustazioni. Ritornando poi verso piazza delle Erbe, si incontra corso Santa Anastasia, conosciuto come la strada degli antiquari: lungo il cammino sarà difficile resistere alle prelibatezze gastronomiche di Albertini Alimentari (tel. 045.80.31.074, www.salumeriaalbertini.it), antica bottega di specialità venete, e non solo.

Oltrepassata piazza Erbe, la passeggiata continua nell’elegante corso Porta Borsari, che termina con l’omonima porta in marmo bianco, fra i più importanti monumenti veronesi d’età romana. Prima di avviarsi verso l’Arena, si può ordinare un altro bicchiere al bar Il Campidoglio (tel. 045.59.10.59), ricavato nella chiesa romanica di San Marco alle Carceri, nella bellissima e raccolta piazzetta Tirabosco: le serate migliori sono quelle di venerdì e sabato, quando il locale si trasforma in un festoso ritrovo all’aria aperta.

Da qui, percorrendo il corso e prendendo sulla sinistra via Oberdan, si torna in piazza Bra’ per accodarsi lungo gli antichi ingressi dell'Arena, esattamente come accadeva duemila anni fa, e godersi uno spettacolo unico al mondo. E se alla fine della rappresentazione è lo stomaco a intonare il suo canto, si può fare un salto alla Panzerotteria all'11 di via Porta San Zeno (tel. 045.80.05.189), dove si radunano tutti i tiratardi per fare scorpacciate di supplì e panzerotti sempre caldi.

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