Voglia di viaggi molta, soldi ancora pochi. Il Bit, la Borsa internazionale del Turismo, che si svolge a Rho Pero, chiude dopo quattro giorni con segnali positivi, a cominciare dall'incremento dei visitatori, più 6 per cento rispetto al 2009 (i numeri definitivi saranno resi noti solo domani).
Ma la ripresa di un settore che costituisce il 10 per cento del prodotto interno lordo italiano è ancora soltanto una promessa, e saranno i prossimi mesi a dare risposte chiare.
Più fiducia dopo il Bit. In ogni caso, dopo il successo della Bit, il mondo del turismo da oggi guarda con più fiducia al 2010. "Dall'inizio dell'anno - sottolinea con soddisfazione l'ad di Fiera Milano, Enrico Pazzali - questo è il terzo segnale forte di ripresa, dopo i saloni Macef e Made" - Oltre cinquemila realtà messe in mostra tra i padiglioni di Rho-Pero, 130 Paesi presenti e un continuo via vai di presentazioni, incontri e strette di mano tra gli stand hanno animato la rassegna, arrivata quest'anno al suo trentesimo anno di vita. "Le trattative tra buyer e seller del comparto turistico effettuate in questi giorni - spiega Pazzali - sono andate molto bene, soprattutto per quanto riguarda il prodotto Italia, e questo fa ben sperare, sia per il settore sia, più in generale, per il Pil" . Bene anche le novità dell'anno, i due workshop dedicati al turismo sportivo e religioso per le tre fedi monoteiste, che verranno replicati. Positivi anche i riscontri dell'evento promozionale sull'Expo 2015, che ieri mattina ha fatto incontrare i vertici della società organizzatrice, con il suo ad Lucio Stanca, e 800 buyer arrivati da tutto il mondo. "La presentazione - spiega Pazzali - ha suscitato grande interesse nei buyer, con i quali contiamo di proseguire il confronto l'anno prossimo, per proporre l'Expo nel mondo". Sarà un turismo low-cost. Pur nel moltiplicarsi dei segnali di una possibile, imminente ripresa, la parola d'ordine resta "risparmio". E il Bit ha visto un autentico florilegio di idee low-cost. Il Veneto, ad esempio, offre pacchetti da uno a tre giorni per vacanze sportive di rafting o mountain bike, con prezzi che vanno dai soli 50 ai 250 euro. La Liguria punta su economiche vacanze in zaino nell'Appennino. La provincia di Cagliari l'anno scorso ha registrato un aumento del 22% negli arrivi grazie anche alle nuove tratte aeree a basso prezzo e con i bed and breakfast che in quattro anni sono quasi quadruplicati. Insomma, un'offerta che si adegua alla crisi, in sintonia con una domanda che, pur nella necessità di stringere la cinghia, non ha sostanzialmente rinunciato alla vacanza. Anche oggi, durante l'ultima giornata di apertura, i visitatori, numerosi, hanno fatto incetta di brochure e cataloghi in vista delle prossime ferie. Vacanza low-cost, però, non significa necessariamente a prezzo più basso. Spesso, secondo le principali ricerche sulla propensione al viaggio nel 2009 (Swg-Confesercenti, Harris Interactive, Ipsos-EuropAssistance), sono la durata e la distanza che si accorciano, a parità di prezzo dei servizi. Un esempio tipico sono i cosiddetti city break, ovvero i weekend lunghi nelle capitali europee, protagonisti tra le proposte di molti espositori. Nel decennio 1995-2005 il totale dei pernottamenti stranieri nelle città del Vecchio Continente è cresciuto del 56,7%, con una media del 4,5% annuo e, secondo l'Ipk World Travel Monitor, oggi le vacanze brevi a medio raggio alla scoperta delle città più belle rappresentano il 40% del totale dei pernottamenti in Europa e il 20% delle entrate derivanti dal turismo internazionale. Il fenomeno interessa anche paesi extraeuropei vicini, come il Marocco, che da qualche anno punta su weekend lunghi da trascorrere a Marrakech, Fes o le altre città imperiali, grazie al boom delle tratte economiche proposte da diverse compagnie. E la filosofia low cost, come conseguenza della crisi, nel 2009 sembra essersi estesa anche al turismo business: secondo dati di Volagratis, infatti, se il 69% delle prenotazioni riguarda voli low cost, il 30% di queste è di clienti business.
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