sabato 3 aprile 2010

Montalto la vetta con la statua del redentore

La meta privilegiata degli escursionisti e' Montalto, la vetta piu' alta dell'Aspromonte. Il fascino dell'escursione a Montalto e' arricchito dalla presenza, sulla sua sommita', del bronzo della statua del Redentore e da quello della Rosa dei Venti.
Il sentiero si snoda prevalentemente in salita, immerso tra faggete e abetaie, e offre all'escursionista scorci panoramici unici al mondo. Con un solo sguardo, infatti, si possono osservarei fumi di tre vulcani: Etna, Vulcano e Stromboli.

Per celebrare l'Anno Santo 1900 nacque l'idea di realizzare venti monumenti dedicati al Redentore su altrettante montagne d'Italia e Montalto fu una delle localita' prescelte. La statua del Redentore, che si ergeva su ''una base marmorea alta oltre dieci metri'', con il trascorrere degli anni fu danneggiata dalle intemperie e dal 1937 in poi e' stata ricostruita per ben due volte. Dal 20 agosto 1994, a pochi metri dalla statua del Redentore, vi e' anche una ''rosa dei venti'' in fusione di bronzo sistemata su un monoblocco di pietra di Lazzaro. Strumento di orientamento per gli escursionisti e gli appasionati di montagna, la ''rosa dei venti'' vuole anche essere il simbolo della ricerca, della ragione, della tolleranza e della fratellanza.
Montalto, con i suoi panorami, col suo silenzio, con i suoi simboli e' dunque meta privilegiata dagli escursionisti ed importante crocevia per chi percorre a piedi l'Aspromonte. Da Montalto parte il Sentiero Italia che, in cinque tappe, conduce l'escursionista a Polsi, al Lago Costantino, a San Luca, a Pietra Cappa ed a Zervo' dove si raccorda con il Sentiero del Brigante. Da Montalto parte anche il sentiero che scende a Gambarie, sede del Parco Nazionale dell'Aspromonte, per raccordarsi con il Sentiero del Brigante e gli itinerari del comprensorio. Nei pressi di Montalto passa il sentiero Bova-Delianuova. A Montalto, infine, conduce l'itinerario che parte da Samo, nel versante orientale dell'Aspromonte. Samo, l'antica Precacore, paese di origine greca a circa 200 metri sul livello del mare, e' collegato alla costa Jonica da una strada rotabile che in pochi minuti porta a Bianco. I territori montani del Comune, che si estendono fino a Montalto, sono invece raggiungibili solamente a piedi. L'unica strada rotabile si inerpica fino a poco piu' di mille metri sul livello del mare, in zone totalmente disabitate, e si perde fra boschi e dirupi. Gli innumerevoli sentieri che, per secoli sono stati le vie di comunicazione e di scambio fra il mare e la montagna e che, ancora oggi, ne garantiscono l'accesso, conservano, pertanto, tutto il loro interesse. Questi sentieri, spesso scavati nella roccia da mani rudi e sapienti, attraversano un paesaggio quasi irreale caratterizzato da dirupi ed anfratti, da picchi assolati e da boschi impenetrabili, da profonde vallate e fiumare impetuose. L'itinerario proposto, utilizzato per lo sfruttamento dei boschi e per il pascolo, era la via privilegiata, con quella che passava da Africo Vecchio e dai Campi di Bova, per l'Aspromonte Occidentale, ma era anche la via seguita dai pellegrini che numerosi si recavano al Santuario di Polsi in occasione dei festeggiamenti di settembre.

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