sabato 19 dicembre 2009

Calabria, da Capo Vaticano verso il mare più bello


Chilometri di coste modellate dal lavoro millenario del mare. Bizzarre e spettacolari scogliere che si alternano a spiagge bianchissime, accompagnate dall'incanto di uliveti, aranceti e vigneti. La magia della Calabria tirrenica è racchiusa in questo alternarsi di angoli segreti, borghi medievali sospesi nel tempo, spiagge incontaminate e, di contro, località prese d'assalto dai turisti. A Pizzo, dove si assaporano gustosissimi gelati e una vivace atmosfera medievale, inizia l'alta e rocciosa Costa Verde, con brevi spiaggette e improvvise insenature di bianca sabbia quarzosa. Poco più a sud sono i faraglioni di Parghelìa, conosciuti come la Pizzuta, ad annunciare il profilo aristocratico di Tropea, signora indiscussa della Calabria turistica. La natura va a briglie sciolte: le baie sabbiose sono disperse in una costa frastagliata e lo scenario che si gode da Capo Vaticano, con le lingue turchesi del mare che penetrano tra faraglioni e rocce scabre punteggiate di macchia mediterranea, è di una bellezza struggente. Qui viveva un vate al quale si rivolse persino Ulisse prima di affrontare i terribili mostri Scilla e Cariddi. E proprio a Scilla, dove il mare al tramonto assume quelle incredibili tonalità che hanno valso al litorale il nome di Costa Viola, termina il viaggio.

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