mercoledì 18 maggio 2011

Un buon caffè a Trieste

venezia
Affacciata sull'Adriatico e a pochi chilometri dal confine con la Slovenia, un vento - la Bora - che in alcuni giorni dell'anno attraversa i valichi montuosi e si impossessa di vicoli e piazze. Ma soprattutto una città che tra fine Ottocento e inizio Novecento è stata straordinario crocevia di culture e luogo di incontro per artisti e intellettuali del calibro di Italo Svevo, Umberto Saba, James Joyce e il console britannico Sir Richard Francis Burton.

Quel respiro culturale mitteleuropeo che la vide protagonista non è un ricordo sbiadito, ma si può ancora facilmente cogliere passeggiando per la città, nell'alternarsi di architetture neoclassiche, settecentesche, liberty, barocche e di stampo asburgico.
Trieste ha l'aroma di caffè
Un fascino può essere vissuto nei caffè triestini: sale raffinate in cui cavallo tra XIX e XX secolo si radunavano gli uomini di cultura per lunghe disquisizioni e che spesso ospitavano gli scrittori durante la stesura dei loro testi, intervallata dal piacevole sorseggiare di una tazza bollente.
Prima di iniziare una visita a questi luoghi caratteristici, molti dei quali appartengono ai Locali Storici d'Italia, è bene imparare un dizionario base del bevitore triestino, per non aver la sensazione, ascoltando le ordinazioni degli altri clienti al bancone, di aver decisamente sbagliato locale.
Se desiderate un espresso, chiedete "un nero". Il "capo" è un caffè macchiato, "capo tanta" se ha dose extra di schiuma, diverso dal "goccia" che ne ha solo una goccia al centro della tazzina. E se lo volete in tazza di vetro, ordinatelo "in b".

Finalmente pronti, potete farvi guidare dall'intensa aroma della bevanda per intraprendere una visita della bella Trieste, a partire da Piazza dell'Unità d'Italia, la principale della città, che si apre sull'Adriatico e ospita sugli altri lati vari edifici pubblici e palazzi storici: la Prefettura (un tempo palazzo della Luogotenenza Austriaca), il Municipio con gli automi in bronzo che suonano allo scoccare dell'ora, il palazzo della Regione (in passato sede del Lloyd Triestino), palazzo Pitteri, palazzo Vanoli, palazzo Modello e palazzo Stratti.

Proprio qui, sin dal 1839, ha sede il Caffè degli Specchi, definito "il salotto di Trieste", che ha visto passare artisti, uomini di lettere, politici e imprenditori, luogo ideale da cui osservare la piazza e da cui essere certi di essere osservati.

Percorrendo il vicolo tra palazzo Stratti e la Prefettura (o in alternativo costeggiando il lungomare) si raggiunge il Teatro Lirico Giuseppe Verdi, costruito tra il 1798 e il 1801 da Gian Antonio Selva (lo stesso architetto della Fenice di Venezia) e da Matteo Pertsch, con una struttura che ricorda il Teatro alla Scala di Milano. Adiacente al Lirico, si trova il Caffè Tommaseo, il più antico di Trieste. Inaugurato nel 1830, è stato restaurato e  rinnovato alla fine del 1997 seguendo l'antica tradizione dei Caffè Viennesi ed oggi, oltre alle proposte à la carte, offre specifici menù "Umberto Saba" e "James Joyce"  in memoria dei due scrittori che lo frequentarono.

I locali preferiti dello scrittore irlandese, che visse a Trieste una decina d'anni a inizio Novecento e che qui  conobbe Italo Svevo, furono però il Caffè Pasticceria Stella Polare in via Dante Alighieri, la Pasticceria Pirona in stile liberty, a pochi passi dalla sua residenza in via della Barriera Vecchia 32 e di cui adorava i presnitz (un rotolo di sfoglia con ripieno di frutta secca e aromi) e il Caffè San Marco in via Cesare Battisti. Devastato nel 1915, nel 1997 ha subito l'ultimo di una lunga serie di restauri, e ancora oggi conserva il suggestivo stile della Secessione Viennese.
I letterati per le vie della città
Ai tre grandi scrittori Saba, Svevo e Joyce la città ha dedicato delle statue in bronzo che meritano una visita e che sono buona occasione per una camminata tra le vie del centro.
 Quella di Italo Svevo è in piazza Attilio Hortis, accanto all'ingresso della Biblioteca che questi amava frequentare e che ospita il Museo Sveviano e il Museo Joyce.
Sul Ponte del Canal Grande c'è quella di James Joyce e in via San Nicolò quella dedicata Umberto Saba, che fu proprietario della vicina Libreria Antiquaria (attualmente ancora in esercizio) ubicata in un palazzo di inizio Novecento, dove sono custoditi il volume originale delle sue "Poesie" del 1911 e la prima edizione del "Canzoniere" del '21.

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