lunedì 7 febbraio 2011

Presi per la gola da Genova!

genova
“Sono stato triste da morire tre giorni, dopo aver lasciato Genova. Una città tutta di marmo con dei giardini colmi di rose. Una bellezza che strazia l’anima”. Così scriveva Gustave Flaubert, dopo essere stato a Genova, una città nota ai più, per le descrizioni di Fabrizio De Andrè nelle sue canzoni e per aver dato i natali a Cristoforo Colombo, da tutti studiato tra i banchi di scuola per la prodigiosa scoperta dell’America, nel 1492.

Il suo primo mutamento è avvenuto proprio in occasione delle Colombiadi, per il Cinquecentenario dalla scoperta dell’America, celebrate a Genova nel 1992, una manifestazione in parallelo all’Expo di Siviglia, che ebbe luogo nello stesso periodo. L’evento diede l’avvio ad un cambiamento radicale per la città, in cui la trasformazione dell’area portuale ha creato una nuova identità urbana, a partire dalla valorizzazione delle risorse e dall'attivazione di un processo di attrattività e competitività internazionale. Poi con la nomina a Capitale Europea della Cultura nel 2004, Genova non è più una città portuale ma multiculturale, infatti, muovendosi in questa direzione, ha avviato un processo di riqualificazione, con il recupero di vecchi magazzini dismessi, la creazione di un’area pedonale, dove sono ubicati una pista di pattinaggio sul ghiaccio, cinema multisala, la Città dei Ragazzi e altre attività ludiche per tutte le età; inoltre si è assistito al recupero dei quartieri limitrofi, offrendo incentivi per la ristrutturazione delle abitazioni fatiscenti.
Il processo iniziato nel 1992, è continuato per migliorarsi ancora, nel 2004, grazie al prezioso contributo di Renzo Piano. Chi decide di passeggiare nell’area pedonale del Porto Antico, si troverà davanti una delle sue creazioni: il Bigo, un monumento moderno in metallo, con la base in acqua, che ha rubato la scena allo storico simbolo della lanterna, ma si sa che con l’andar del tempo anche i simboli ed i riferimenti di un luogo cambiano.
Per chi arriva oggi, lo scenario è davvero multiculturale. Girovagando nei carruggi – così sono chiamate le viuzze storiche di Genova –  si arriva alla Taverna degli Alabardieri, che nel Medioevo era luogo di ritrovo per i soldati, poi refettorio di un monastero, nel Settecento divenne un panificio del popolo, infine, all’inizio del Novecento, un forno. Rimasto abbandonato per tanti anni, è diventato un locale frequentatissimo, in stile medioevale, con tanto di armatura all’ingresso. Abbiamo poi la Cabotina, un locale molto rustico in cui non c’è neppure l’insegna, ma per trovarlo, basta chiedere perché lo conoscono tutti, per la sua ottima cucina tipica.
Spostandoci verso uno stile completamente diverso, c’è il Clan di Luca Bizzarri, aperto nel 2003, a due minuti a piedi da Piazza De Ferrari, nel cuore del centro storico, in cui ci si accomoda per un aperitivo per rimanere fino a  notte fonda a gustare un buon cocktail, salendo su e giù tra i diversi livelli.
Molto suggestivo è La Grotta, costruito quasi interamente sottoterra; Il Tiflis, in zona Porta Soprana, a due passi dalla casa di Colombo, è un ristorante – enoteca, curato nei minimi dettagli, in cui i soffitti alti sette metri si alternano alle luci soffuse, agli splendidi affreschi e alle vetrate a piombo. Proseguendo nella zona, troverete le Prie Rosse, con una disponibilità di una trentina di posti, è un locale caldo e accogliente, in cui gustare carne squisita accompagnata da un’ampia varietà di vini. In particolare troverete opere di artisti emergenti, dai fumetti, alle sculture, ai quadri e agli schizzi, ovviamente non troppo grandi visto lo spazio ridotto. E poi ovunque voi andiate un piatto di pasta al pesto ve lo offre chiunque.
Cosa aspettate, se fate qualche passo in più sarete in riva al mare, precisamente a Sant’Ilario alla Creuza de’ma, quella di De Andrè e rimarrete a bocca aperta per lo scenario davanti ai vostri occhi.

Di Letizia Cugnetto

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