lunedì 26 aprile 2010

A Berlino per il Gallery Weekend

Oltre 170 istituzioni, tra musei e gallerie d'arte. Collezioni fra le più importanti al mondo, come quella del polacco Christian Boros che a Berlino ha ristrutturato un bunker antiaereo per accogliere lavori, fra gli altri, di Damien Hirst e Olafur Eliasson.
E record di visitatori: 14 milioni nei soli 17 musei statali nel 2009, più del doppio rispetto al decennio precedente. È il fermento artistico il vero motore di Berlino, una Montmartre del terzo millennio, dove si respira voglia di nuovo e di sperimentazione come nella Parigi d'inizio Novecento. Grazie ai numerosi voli low cost dalle principali città d’Italia (con Easyjet da 21,99 € a tratta, con Ryanair da 14,99 a tratta), l’occasione per scoprire la città può essere il Gallery Weekend Berlin, appuntamento clou della stagione, dal 30 aprile al 2 maggio, quando si inaugurano ben 40 mostre in altrettante gallerie cittadine (www.gallery-weekend-berlin.de).

Si può partire da Checkpoint Charlie, luogo simbolo della Guerra fredda, che fino alla caduta del Muro separava il quartiere sovietico di Mitte dall’americano Kreuzberg. Oggi in quest’area si trovano una sessantina di gallerie: Barbara Weiss (www.galeriebarbaraweiss.de) rappresenta autori noti come i maestri canadesi dell’arte multimediale Janet Cardiff e George Bures Miller, e per la rassegna ospita la doppia personale di John Miller e Mary Heilmann, lui scultore in odore di concettuale, lei pittrice di imprecise e colorate geometrie astratte. All’angolo tra Kochstrasse e Friedrichstrasse si trova invece la galleria di Gregor Podnar (tel. 0049.30.25.93.46. 51). Qui c’è grande attenzione per i talenti emergenti dell’ex Cortina di ferro, come lo sloveno Tobias Putrih. Per la Gallery Weekend Berlin, Podnar espone il giovane Ariel Schlesinger, classe 1980, dedito all’assemblage e all’objet trouvé. Al numero 68-71 di Charlottenstrasse c’è poi la Galerie Ulrich Fiedler (www.ulrichfiedler.com), specializzata negli autori del Bauhaus, dove acquistare arredi degli anni Trenta, grafiche, fotografie, libri.

Se si vuol restare nell’ambito delle arti applicate, bisogna spingersi un poco a est e raggiungere la galleria di Isabella Bortolozzi (www.bortolozzi.com), che ospita una raffinata mostra di tappeti disegnati da artisti affermati sulla scena mondiale, come Albert Oehlen e David Hammons, ma anche da emergenti come Sergej Jensen e Danh Vo. A due passi da Isabella Bortolozzi si apre lo spazio di Klosterfelde (www.klosterfelde.de), dove espone il canadese Michael Snow, ex musicista, poi dedicatosi al film sperimentale. La galleria rappresenta autori molto apprezzati dal mercato, come Rivane Neuenschwander e Vibeke Tandberg, oltre agli italiani Armin Linke e Liliana Moro.

Tocca poi esplorare il Mitte. Un vasto spazio degli anni Sessanta è dal 2008 la sede congiunta di Gisela Capitain e Friedrich Petzel (Karl-Marx-Allee 45), che in scuderia vantano autori come Kelly Walker, Monika Sosnowska o Seth Price. In occasione della rassegna berlinese si visita la personale dello statunitense Troy Brauntuch, virtuoso del pastello conte (grafite e argilla). Più a est, al numero 13 di Philippstrasse, c’è l’ameno giardinetto sul quale si affaccia il primo dei due spazi della Galleria Neu (www.galerieneu.net): in Germania rappresenta Francesco Vezzoli, ma lancia anche giovani under 30 come il newyorkese Nick Mauss, autore di ambiziose installazioni e di più agili opere bidimensionali. Un breve tratto a piedi e si entra all’Hamburger Bahnhof (Invalidenstrasse 50-51), ex stazione dei treni convertita nel 1996 all’arte contemporanea. Con i suoi 13mila metri quadri di superficie, è uno dei musei più grandi al mondo. Per una pausa c’è il ristorante gestito da Sarah Wiener (tel. 0049.30.70.71.36.50; menu da 25 €), nota in città per le schnitzel e la sachertorte.

La capitale stupisce anche sul fronte della gastronomia, persino nei ristoranti tradizionali come Borchardt (Französische Strasse 47, tel. 0049.30. 20.38.71.10) e Gambrinus (Linienstrasse 133, tel. 0049.30.28.26.043). Cucina etnica e ambiente informale al frequentatissimo vietnamita Monsieur Vuong (Alte Schönhauser Strasse 46, tel. 0049.30.99.29.69.24), mentre chi ha il gusto della sperimentazione può cenare al Margaux di Michael Hoffmann (Unter den Linden 78, tel. 0049.30.22.65.26.11). Per dormire in un ambiente adatto al clima d’avanguardia si sceglie l’Hotel Q! (Knesebeckstrasse 67, tel. 0049.30.81.00.660; doppia da 150 €) o l’Hotel Ku’ Damm 101, con una bella terrazza (Kurfürstendamm 101, tel. 0049.30.52.00.550; doppia da 90 €). Recente e con tariffe low cost l’Adagio City Aparthotel Berlin Kurfürstendamm, un confortevole 3 stelle dal décor contemporaneo (Lietzenburger Strasse 89, tel. 0049.30.81.82.58.49; doppia da 85 €).

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