lunedì 30 novembre 2009

Tra i tour operator c’è preoccupazione: «La crisi di Dubai fa sfumare la crescita di questi anni »

Gli operatori del turismo italiani sono preoccupati non è tanto l’idea che possa calare il numero di turisti che ogni anno visitano Dubai, ma piuttosto il fatto che il crac di Dubai possa portare a breve termine un aumento del costo del petrolio. L e preoccupazioni riguardano gli aumenti che possono arrivare nel campo dei voli aerei se il greggio salirà.
Se prima c’era solo Sharm el Sheikh, da qualche anno è arrivata prepotentemente nei cataloghi delle agenzie di viaggio Dubai, a 6 ore di volo dall’Italia, che unisce il cuore di una città araba e l’anima di una metropoli asiatica. Il turismo a Dubai è soprattutto business e gli italiani abbinano spesso questa meta a un altro soggiorno, come le Maldive. Dubai, nota anche per i suoi alberghi extralusso - come il primo 7 stelle al mondo, a forma di vela, che sorge su un’isola artificiale - ha visto un aumento di visitatori stranieri pari al 5% nel primo semestre di quest’anno, progressione che però non è sufficiente a seguire il ritmo delle costruzioni alberghiere, il cui tasso di occupazione è passato dall’83 al 73%.

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